L’approvazione della legge sulle associazioni professionali non è per noi la meta, ma l’inizio di una nuova sfida. Da oggi, o meglio dalla pubblicazione in Gazzetta della legge approvata, le Associazioni dovranno in parte ripensarsi, rafforzarsi per meglio esercitare quel ruolo di garanzia dell’utenza, vero obiettivo della legge. La supervisione e la sorveglianza saranno l’elemento distintivo e saranno entrambe finalizzate all’innalzamento della qualità dei servizi professionali erogati e a meglio garantire l’utenza che si rivolgerà ai nostri professionisti. Se questa legge funzionerà dipenderà da noi! Abbiamo già un bel vantaggio, conosciamo a fondo un sistema professionale autoreferenziale che non funziona, che non garantisce qualità ma gestione di piccole lobby di potere, che frena l’ innovazione per la paura del cambiamento, che spinge al ribasso la qualità del servizio erogato e che inevitabilmente diffonde sfiducia nel cittadino verso i professionisti da essi rappresentati. Avendo questo esempio sotto gli occhi, abbiamo ben chiaro dove non vogliamo arrivare. Questa legge sarà l’occasione di crescita, di sviluppo, di potenziamento della nostra professione e l’implementazione di un rapporto più trasparente, più forte e fidelizzante con il cittadino-utente.
L’ approvazione della legge recante “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi”, votata lo scorso 19 dicembre dalla X Commissione della Camera (in sede legislativa), apre, quindi, scenari nuovi ai professionisti associativi e rafforza il ruolo delle associazioni professionali. Entriamo meglio nel testo. L’esercizio della professione resta libero, l’adesione all’associazione resta a base volontaria e senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva, alle associazioni è riconosciuto un ruolo di:
- valorizzare le competenze degli associati;
- garantire il rispetto delle regole deontologiche;
- agevolare la scelta e la tutela dell’utenza nel rispetto delle regole sulla concorrenza.
I requisiti per legge:
La struttura associativa deve garantire:
- la trasparenza delle attività e degli assetti associativi;
- la dialettica democratica tra gli associati;
- l’osservanza dei principi deontologici, attraverso l’adozione di un codice di condotta con la previsione di sanzioni disciplinari;
- La previsione dell’obbligo di un aggiornamento professionale costante e periodicamente verificato;
- una struttura tecnico scientifica adeguata all’effettivo svolgimento delle finalità dell’associazione.
L’elenco delle associazioni professionali
L’elenco delle associazioni che dichiarano, con assunzione di responsabilità dei propri rappresentanti legali, di essere in possesso di questi requisiti di legge viene pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.
Ma il compito non si può e non si deve esaurire qui. Occorre pensare un sistema di sorveglianza e controllo in grado di verificare la veridicità ed il mantenimento nel tempo dei requisiti dichiarati, va evidenziato che dichiarazioni mendaci saranno punite come trasgressioni al codice del consumo.
Strumenti a garanzia dell’utenza
Al fine di garantire l’utenza le associazioni dovranno porre in essere strumenti idonei ed efficaci ad assicurare trasparenza, correttezza, veridicità. E questi strumenti potranno essere:
- pubblicazione sul sito web dell’associazione degli elementi informativi utili per il consumatore al fine di comprendere l’organizzazione, l’efficacia e la sorveglianza dell’associazione (es. statuto, codice deontologico, organigramma, struttura organizzativa, elenco dei soci iscritti, sedi nazionali e regionali, eventuale polizza assicurativa..)
- apertura di uno sportello per il cittadino consumatore, presso il quale i clienti, gli utenti e i consumatori possano rivolgersi per ottenere informazioni relative all’attività professionale e agli standard qualitativi da esse richiesti agli iscritti, e anche in caso di contenzioso con i singoli professionisti.
- rilascio di un’ attestazione di qualificazione professionale nella quale evidenziare le competenze del professionista al fine di tutelare i consumatori e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali. L’attestazione di qualificazione professionale rilasciata dalle associazioni, che non rappresenta requisito necessario per l’esercizio dell’attività, ha una validità pari al periodo per il quale il singolo professionista risulta iscritto all’associazione professionale che la rilascia e deve essere rinnovata periodicamente al fine di verificare il mantenimento nel tempo degli standard qualitativi fissati.
Il futuro delle associazioni professionali si chiama QUALITA’, TRASPARENZA, COMPETENZA.
Le certificazioni di parte terza
La legge prevede due forme di certificazione UNI, entrambe poste in termini eventuali, una relativa alle procedere e all’organizzazione dell’associazione e l’altra relativa alla professionalità dell’iscritto. Rispetto alle procedure associative, in particolare quelle che vengono finalizzate al rilascio dell’attestazione di qualificazione professionale, la certificazione di parte terza è interessante perché garantisce trasparenza e correttezza della procedura di rilascio.
Rispetto alla certificazione professionale dell’iscritto, la certificazione risulta inutile ed inefficiente; inutile perché essendo già prevista l’attestazione della qualificazione professionale rilasciata dall’associazione un’ ulteriore certificazione che attesti le stesse competenze non serve e sarebbe quindi solo economicamente onerosa: inefficiente perché sarebbe rilasciata da soggetti che non conoscono la professione che intendono certificare, pertanto sarebbe un onere economico anche dequalificante.
In sintesi questa legge rappresenta un enorme opportunità per il nostro sistema economico e per l’intero mondo associativo. Attraverso la regolamentazione delle libere associazioni finalmente si gettano le basi per un sistema professionale moderno, competitivo, che fa della flessibilità un valore aggiunto e delle competenze la chiave del successo e dell’innovazione, un sistema in grado di produrre ricchezza (4% del PIL) ed occupazione (14% della forza lavoro), e dare finalmente dignità e status agli oltre 3 milioni di uomini e donne professionisti che hanno atteso per anni di veder tutelato il proprio lavoro.